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Repubblica e Jihad. Reportage dalla Francia (RSI)

Colpita duramente dal terrorismo di matrice jihadista, è anche il paese europeo che ha ‘fornito’ più combattenti al conflitto siriano – 1’300-.

Al di là delle frequenti polemiche attorno alla gestione, da parte delle autorità, di individui segnalati come estremisti che però regolarmente riescono a scivolare tra le maglie della sicurezza, la domanda da porsi è la seguente: cosa mantiene ancora forte il richiamo dello Stato Islamico, dopo la caduta del Califfato?

ASCOLTA IL REPORTAGE ‘REPUBBLICA E JIHAD. IL CASO DELLA FRANCIA’ -TRASMESSO DAL PROGRAMMA ‘LASER’ – RSI RETE DUE (25 APRILE 2019 – COPYRIGHT RSI – per avviare, aprire il link e cliccare sull’immagine)

Una risposta l’abbiamo cercata a Parigi, incontrando il giornalista e analista Wassim Nasr che lavora per il canale all-news France24 ed è fra i più attenti conoscitori della scena jihadista internazionale. A lui abbiamo anche chiesto di spiegare il ruolo e l’importanza dell’Europa e dei suoi militanti, nel disegno globale dello Stato Islamico.

Per capire le minacce con le quali si confronta la Francia e come la Repubblica abbia affrontato la questione dell’estremismo islamista, ci siamo rivolti a Mark Hecker, esperto di terrorismo e radicalizzazione all’Istituto Francese di Relazioni Internazionali e autore dello studio “137 nuances de terrorisme. Les djihadistes de France face à la justice“.

Il reportage continua con una tappa a Saint-Denis, periferia nord di Parigi, da dove sono partiti in molti, per arruolarsi nelle fila dell’ISIS. Qui abbiamo incontrato abitanti e/o attivisti locali –Mamadou Diarra, Jamesy Rabah e Armel Mombouli– che conoscono la realtà della banlieue e raccontano anche come l’estremismo vi si possa insinuare.




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