Dopo la segnalazione di un caso nella Svizzera francese, il Presidente di START InSight Chiara Sulmoni ha parlato del tema con i servizi info della Radiotelevisione svizzera di lingua italiana.
Intervista a cura della giornalista Francesca Calcagno, SEIDISERA, 6 settembre 2024 (approfondimento radio)
Medioriente: l’operazione antiterrorismo di Israele in Cisgiordania.
Quanto sta accadendo oggi in Medioriente presenta due
aspetti significativi. Il primo riguarda l’operazione militare anti-terrorismo avviata
da Israele in Cisgiordania, un’operazione che è la conseguenza dell’attentato
suicida a Tel Aviv, rivendicato da Hamas, e seguito dalla minaccia di Khaled
Meshal (leader di Hamas all’estero) di lanciare una vasta campagna di attacchi
suicidi in Israele, partendo proprio dalla Cisgiordania. Il secondo aspetto
riguarda le tensioni interne tra i gruppi islamisti e terroristi palestinesi,
con l’ipotesi di un possibile colpo di stato per destituire Hamas e porre fine
al conflitto con Israele.
Due fattori che si sommano all’attesa rappresaglia iraniana
(e l’attesa stessa è un’arma psicologica usata da Teheran per mantenere in
apprensione l’opinione pubblica israeliana) e l’ipotesi di una tregua umanitaria
nella Striscia di Gaza; una tregua, svincolata dall’ipotesi di cessate il fuoco
in discussione a Doha, che però Hamas certamente utilizzerebbe per riorganizzare
le proprie forze.
E, dal punto di vista tattico e operativo, Hamas starebbe
dimostrando di aver perso in termini di capacità di colpire e coordinare il
proprio sforzo contro Israele. Un aspetto non secondario, che confermerebbe l’efficacia
dell’azione militare israeliana.
Ucraina e Medioriente, conflitti e politica estera. C. Bertolotti ne parla su SkyTG24
Trasmissione del 12 agosto 2024
Traffico di droga e Afghanistan, Nessun Luogo è Lontano (Radio 24)
Ascolta la puntata di ‘Nessun Luogo è Lontano’, il programma di Giampaolo Musumeci (Radio24), sul traffico di eroina e l’Afghanistan dei Talebani.
Con Claudio Bertolotti (direttore di Start InSight), Dawood Irfan (professore universitario e analista politico), Haji Shir Mohammad (contadino afghano, Helmand), Tavasli Gharjestani (esperto di economia), Abdul (trafficante di oppio) e Teodora Groshkova (analista esperta di mercato degli stupefacenti alla European Union Drugs Agency di Lisbona).
“L’Afghanistan è sempre più un narco-stato: un paese in cui il traffico di stupefacenti domina l’economia, condiziona le scelte politiche e determina il destino degli interventi stranieri. Una situazione complessiva che deriva in parte dall’assenza di una strategia politica nazionale (peraltro affiancata a una radicata corruzione endemica), dalla sostanziale rinuncia da parte della comunità internazionale a impegnarsi nel contrasto e, in parte, dall’effetto di un consolidato attivismo dei gruppi di opposizione armata, sempre più legati alla criminalità locale e transnazionale.” Leggi il focus “Oppio e narcotraffico: tra insurrezione e problema sociale“ a cura di Claudio Bertolotti pubblicato in: Human Security, n. 18, maggio 2023
Iran, Israele, Hamas, Russia, NATO: il commento di C. Bertolotti a SKY TG24
La presentazione di Gaza Underground – il libro, a SKY TG24: le incognite e le difficoltà nella guerra urbana e sotterranea. E ancora: la morte del presidente di Raisi e la sua successione: quali ripercussioni a livello interno ed esterno? La Russia minaccia di ridefinire i confini marittimi: provocazione o atto deliberato?
Il commento di Claudio Bertolotti a TIMELINE, SKY TG24 (puntata del 22 maggio 2024).
Giovani e radicalizzazione alla trasmissione ‘Millevoci’ della Rete Uno (RSI)
Il 14 maggio 2023 nel corso della trasmissione ‘Millevoci’ (Rete Uno, RSI) condotta da Isabella Visetti e Natascia Bandecchi, si è parlato di giovani e radicalizzazione.
Ospite in studio: Chiara Sulmoni (presidente di START InSight e dell’Associazione PRIME – Prevenzione Informazione e Mediazione, Lugano)
Tra i temi discussi: algoritmi e radicalizzazione nel mondo virtuale e reale, le tendenze attuali dell’estremismo, teenager e minorenni, gli elementi che entrano in gioco nei processi di radicalizzazione, guerre, conflitti e il contesto globale, la risposta di Stati e organismi internazionali, il contributo della ricerca e la prevenzione.
Aumentano i casi di terrorismo in Svizzera e i minorenni implicati
Nel 2023 sono aumentati del 50% i procedimenti per terrorismo aperti dal Ministero Pubblico della Confederazione. A preoccupare le autorità, anche l’abbassamento dell’età di chi è coinvolto.
L’intervento di Chiara Sulmoni, presidente di START InSight al TG della Radiotelevisione Svizzera
Il 2023 a livello europeo ha segnato un aumento della mobilitazione di matrice jihadista. La Svizzera è parte di questo contesto. L’attacco di Zurigo del 2 marzo, quando un 15enne ha accoltellato un ebreo ortodosso in un quartiere del centro, ha avuto un’eco internazionale e frequentemente si riscontrano ramificazioni nelle inchieste europee, che portano alla Svizzera.
Si consolida inoltre la tendenza che vede minorenni e teenager implicati in pianificazione di attentati. La Polizia anti-terrorismo inglese già nel 2021 segnalava un aumento dei casi di minorenni implicati nelle indagini, anche minori di 15 anni. Minorenni sono entrati in azione in Francia, in passato. Gli analisti invitano a non sottovalutare il ruolo dei minorenni, oggi iperconnessi anche a livello transnazionale e autonomi sia per ciò che concerne la pianificazione di attacchi, la produzione e distribuzione di propaganda e il reclutamento.
Le scuole possono e devono fare prevenzione prima che si instauri in processo di radicalizzazione, lavorando dal profilo educativo sul pensiero critico, i valori della diversità e dell’integrazione, ma i docenti devono anche conoscere i contesti delle galassie estremiste, sapere individuare eventuali segnali di disagio e di rischio e a chi rivolgersi e segnalare, poiché non è la scuola a dover risolvere queste problematiche.
Ucraina. G7 a Kiev: l’unità dell’Occidente, ma serve sostegno concreto e duraturo.
Il commento di C. Bertolotti a Radioticino, intervista di Laura Zucchetti del 24 febbraio 2024
Azione israeliana in Libano e rischio di escalation regionale: il punto del Direttore.
Dall’intervista di Stefano Leszczynski a Claudio Bertolotti, per Radio Vaticana, trasmissione Il Mondo alla Radiodel 3 gennaio 2024 (VAI AL PODCAST)
L’azione israeliana in Libano e il rischio di escalation.
Gli attentati a Beirut e in Iran infiammano la crisi medio orientale. La guerra di Israele tra battaglie nella Striscia di Gaza e omicidi mirati.
Federica Saini Fasanotti – storica militare e studiosa dell’ISPI
Eric Salerno – giornalista esperto di questioni medio orientali e relazioni internazionali
Claudio Bertolotti – direttore di Start Insight e ricercatore ISPI
Il 2 gennaio 2024, un attacco nel sud di Beirut, Libano, in cui è avvenuta l’uccisione del numero due di Hamas, Saleh al-Arouri, è stato attribuito a Israele e ha preso di mira una roccaforte del gruppo sciita e filo-iraniano Hezbollah. L’attacco ha causato anche vittime collaterali, suscitando la condanna di Hezbollah e la promessa che l'”assassinio” di al Arouri a Beirut non resterà impunito. Le forze armate israeliane hanno diffuso video dell’attacco, sottolineando il loro coinvolgimento nell’incidente. L’evento ha sollevato preoccupazioni riguardo a una possibile escalation tra Libano e Israele.
Dottor Bertolotti, c’è il rischio che le operazioni mirate israeliane come quella in Libano inneschino davvero un conflitto regionale?
Dal punto di vista razionale – secondo Bertolotti – nessuno degli attori coinvolti vuole un allargamento del conflitto a livello regionale. Non lo vuole Israele e non lo vuole l’Iran che, invece, punta a una serie di micro-conflitti e coinvolgimento dei piccoli attori regionali, dagli Houthi nello Yemen ad Hezbollah in Libano per distrarre lo sforzo militare di Israele, indebolendolo. Ma al di la della volontà razionale ci sono le scelte emotive, che spesso condizionano le dinamiche delle relazioni internazionali che possono portare ad effetti incontrollabili. E il rischio di un’escalation orizzontale a livello regionale, in questo senso, è un rischio possibile.
Dott. Bertolotti, la prudenza del governo libanese, che ha chiesto a Hezbollah di non reagire a Israele in maniera autonoma, che cosa suggerisce?
Il governo di Beirut è il primo a voler scongiurare un allargamento del conflitto, perchè ciò significherebbe il collasso dello stato libanese e l’avvio di una nuova guerra civile che sarebbe micidiale per la sopravvivenza dello stesso stato libanese. Questa la ragione per cui il governo libanese svolge un ruolo di intermediario con Hezbollah che noN è, come non è mai stato, sotto controllo governativo, ponendosi come milizia, esercito autonomo legato ai gruppi di potere sciiti a loro volta legati con l’Iran, che di Hezbollah ne sta facendo un uso opportunistico in funzione anti-israeliana, senza però farsi direttamente coinvolgere.
Direttore, la posizione di Ankara (membro della NATO) in questa crisi pone alcuni interrogativi sul proprio ruolo e affidabilità?
La Turchia persegue un proprio e ben definito progetto di proiezione di influenza in tutto l’arco mediterraneo allargato, dal Corno d’Africa ai paesi del Maghreb. La vicinanza ad Hamas, che si lega alla pericolosa organizzazione dei Fratelli Musulmani, è coerente con questa visione di potenza che prevede il consolidamento dei rapporti con i governi e le organizzazioni locali in un’ottica di ricostituzione di un perimetro geopolitico artificiosamente coerente con la storia e con l’ego sproporzionato del presidente Erdogan. Ma non illudiamoci che una qualsiasi alternativa a Erdogan possa avere una visione differente, questa è l’ambizione della Turchia contemporanea.
L’informazione “dettata” da Hamas: la guerra cognitiva dei terroristi. Dal commento di C. Bertolotti a Start (SKY TG24).
I commenti di Claudio Bertolotti, Direttore di START inSight e Natalie Tocci, Direttore IAI a START, trasmissione di SKY TG24 (puntata del 19 ottobre 2023)
(Bertolotti) “Guardando al caso dell’ospedale nella striscia di Gaza colpito da un razzo palestinese, emerge quanto sia pericoloso dar credito a informazioni non verificate in grado di incidere in maniera significativa, sia sull’opinione pubblica, sia sui processi decisionali, politici e militari.
In questo specifico caso, così come in molti altri, la percezione ha prevalso sulla realtà: e questo è l’effetto della guerra cognitiva, volta a indirizzare il nostro pensiero. Una guerra che Hamas sta conducendo in maniera estremamente abile e che ha portato a definire i tempi e le modalità delle relazioni internazionali, annullando o posticipando gli incontri tra le parti. La responsabilità di Israele è stata esclusa, ammesso che ci sia mai stata. E questa, da un lato è la sconfitta del giornalismo che non è stato in grado di verificare, prestandosi alla propaganda di un gruppo jihadista, e, dall’altro è stata la grande vittoria della disinformazione di Hamas, che è così riuscita a spingere le masse arabe nelle piazze e, al contempo, ha smosso la mole di utili inconsapevoli che in Occidente sono caduti nel tranello, o meglio nell’operazione.”
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🔴@cbertolotti1 a FanPage sulle varie ipotesi dell'attacco👉"(...) non si tratterebbe di droni in grado di fare danni significativi, ma piuttosto di una tipologia di equipaggiamento in grado di fare danni limitati con l'obiettivo di portare l'attenzione mediatica sulla questione" twitter.com/cbertolotti1/s…
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