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Ucraina: i russi si riorganizzano. Più bombardamenti ma rallenta l’avanzata (D+22)

di Claudio Bertolotti

Al ventiduesimo giorno dell’invasione dell’Ucraina le forze russe sono avanzate in maniera limitata nell’Oblast di Donetsk e intorno a Mariupol, intensificando i bombardamenti di artiglieria e missili sul fronte meridionale, su Odessa e Mariupol, e sui fronti orientale a Kharkiv e settentrionale a Kiev. Una situazione di apparente stallo che potrebbe durare alcuni giorni, necessari a una riorganizzazione complessiva.

I russi non fanno progressi verso Kiev: una scelta razionale o stallo?

La capitale Kiev, quattro giorni fa (D+19), è stata soggetta ad attacchi limitati e senza successo da sud-est dove i russi hanno fallito nel tentativo di passare il ponte sul fiume Irpin, mentre le unità provenienti da nord-est sono state trattenute dalle forze ucraine a Brovary, passaggio obbligato per raggiungere la capitale. Gli attacchi aerei su Kiev sono continuati lunedì e martedì (D+19 e D+20) colpendo i quartieri di Obolon (nord), Podilsk (nord-ovest) e Osokorky (sud-est). L’assenza di operazioni offensive terrestri sul settore nord-est di Kiev, intorno a Sumy, e le limitate azioni tattiche del 14-15 marzo a nord-ovest della capitale, condotte a livello di compagnia e battaglione, potrebbero indicare le fasi preparatorie di un’offensiva su larga scala in tempi brevi o, in alternativa, una mossa volta a far credere ormai prossimo un attacco al fine di accelerare il processo negoziale a favore di Mosca.

Fronte meridionale: pronti all’assalto su Mariupol?

Sul fronte meridionale, le truppe russe hanno ripreso i loro attacchi da Kherson verso Mykolaiv il 13-14 marzo, ma le forze ucraine sono state in grado di contenerle, imponendo una battuta d’arresto agli attaccanti che non hanno reiterato l’attacco nei giorni seguenti. Nel settore di Mariupol è molto probabile che i russi possano tentare di ridurre la sacca di resistenza nei prossimi giorni, ma difficilmente saranno in grado di condurre attacchi simultanei lungo più assi di avanzata, pur mantenendo, in quasi tutti i settori, il vantaggio tattico – sebbene impegnati in una guerra di logoramento e attrito con le forze ucraine gravemente impegnate, da un lato, a difendere le posizioni dagli “attacchi sistematici” russi e, dall’altro, a tentare contrattacchi.

Assalto a Odessa: sì o no?

Di rilievo quanto sta accadendo nel settore sud-occidentale dove l’azione di bombardamento su Odessa potrebbe suggerire una possibile operazione anfibia o, in alternativa, un’azione di forza simulata così da impegnare le forze ucraine a difesa a tempo indeterminato in un attacco che potrebbe non avvenire (almeno per ora) creando, al tempo stesso, una forte pressione psicologica sugli assediati.

Un’opzione, quella della dissimulazione (o piano d’inganno), avvalorata dalle difficoltà di riorganizzazione e rifornimento da parte delle truppe russe che stanno affrontando crescenti difficoltà nel rimpiazzare le perdite in combattimento stimate in circa 7.000 caduti, compresa la possibile morte del comandante della 150a divisione di fanteria meccanizzata vicino a Mariupol, oltre a mezzi da combattimento ed equipaggiamenti.

Rinforzi da Armenia, Ossezia e Georgia

Sono in atti rilevanti sforzi russi per rischierare forze dall’Armenia, dall’Ossezia del Sud, dalla Georgia e dalle unità di riserva nel distretto militare orientale, nonché i richiami di riservisti e di leva e il dubbio trasferimento di combattenti siriani in Russia e Bielorussia. Questi rinforzi, di fatto nuovi gruppi tattici di battaglione (BDG), dovranno sostenere difficoltà di comando e logistiche uguali o maggiori a quelle affrontate dalle unità ora schierate in prima linea e difficilmente potranno fornire alle forze di assedio a Kiev quella necessaria potenza di combattimento per completare l’accerchiamento della città nel breve termine.

Una pausa di cinque giorni per Kiev?

Nel complesso, l’assenza negli ultimi giorni di attacchi coordinati e simultanei lungo le cinque linee d’azione, di fatto consolidate dallo scorso 4 marzo (D+9), è coerente con la riorganizzazione in atto e potrebbe essere letta come decisione di non avviare operazioni risolutive nel brevissimo termine, pur proseguendo con i bombardamenti. Possiamo pertanto valutare che gli sforzi di riorganizzazione delle forze russe non saranno in grado di modificare l’equilibrio delle forze intorno a Kiev, almeno per i prossimi cinque/sette giorni.




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