ReaCT2022_N3_YEAR3_COVER

#ReaCT2022: pubblicato il 3° rapporto sul radicalismo e il terrorismo

I terrorismi tra pandemia, disagio sociale ed esaltazione jihadista

In qualità di Direttore Esecutivo dell’Osservatorio ReaCT, ho l’onore di presentare #ReaCT2022, il 3° Rapporto sul Radicalismo e il Contrasto al Terrorismo in Europa (www.osservatorioreact.it: vai al report #ReaCT2022 n. 3, Anno 3).

Il Covid-19 e i talebani alimentano nuove minacce di terrorismo

Il terrorismo si adatta, si evolve e viene condizionato da eventi che hanno la capacità di stimolare la condotta di azioni violente nel nome di un’ideologia che ne giustifica metodi, obiettivi e finalità. I trend del 2021 hanno evidenziato aspetti coerenti con le dinamiche degli ultimi anni e anticipato un possibile scenario per il 2022, che continuerà ad essere influenzato da due sviluppi che in modo diverso andranno ad allargare il panorama della minaccia. Da un lato, la pandemia di COVID-19, le cui conseguenze sociali saranno in grado di accrescere forme radicali eterogenee ed esaltare la violenza associata a movimenti complottisti e aderenti a ideologie estremiste; d’altro lato, la vittoria dei talebani in Afghanistan, il cui grande risultato si è imposto quale leit motiv della narrativa jihadista a livello globale.

Lo scenario del terrorismo che sfida l’Europa nel 2022

I dati presentati in questa analisi provengono dal database di START InSight, che traccia i trend annuali per ciò che riguarda il terrorismo jihadista in Europa. In generale, l’Occidente guarda oggi con preoccupazione all’esaltazione jihadista, dall’Africa all’Afghanistan. Lo Stato Islamico non è più in grado di dirigere terroristi verso l’Europa poiché la perdita di territorio, risorse finanziarie e reclute ha ridotto notevolmente le sue capacità operative. La minaccia comunque rimane significativa ed è dovuta alla disponibilità e alle azioni di lone actors e self-starters senza un legame diretto con l’organizzazione ma mobilitati da narrative jihadiste globali. I rischi connessi agli attacchi emulativi sono alti: il 56% degli eventi nel 2021 rientra in questa categoria, secondo il database di START InSight. Il trend è in aumento. Negli ultimi tre anni, da un punto di vista quantitativo, la frequenza degli attacchi terroristici è rimasta lineare. Secondo Europol, 43% sono attribuiti a movimenti della sinistra radicale, il 24% a gruppi separatisti ed etno-nazionalisti, il 7% a gruppi di estrema destra, il 26% sono azioni di matrice jihadista. Se la violenza jihadista è marginale in termini assoluti, tuttavia continua ad essere la più rilevante per le conseguenze e il numero di vittime. Il database di START InSight ha registrato 18 eventi jihadisti in Europa nel 2021. 

Due decenni di processi per terrorismo: il caso svizzero

Nonostante la Svizzera non abbia subito attacchi su vasta scala come quelli che hanno colpito altre nazioni europee nell’ultimo decennio, il fenomeno della violenza politico-ideologica di matrice jihadista è tuttavia presente. Dal 2004 al novembre 2021, il Tribunale Penale Federale si è occupato di un totale di 17 procedimenti penali legati al terrorismo jihadista. Ahmed Ajil rileva che la maggior parte di questi ha avuto luogo dopo lo scoppio della guerra civile siriana e la conseguente espansione territoriale del gruppo Stato Islamiconel giugno del 2014. L’attività ha avuto luogo principalmente nell’ambito digitale, mentre gli atti “concreti” sono consistiti in tentativi di recarsi in aree di conflitto o attività legate ai combattimenti all’estero.

Il rischio africano

Come rilevano Enrico Casini e Luciano Pollichieni, dagli anni duemila sono emerse in Africa numerose organizzazioni jihadiste caratterizzate da una retorica globalista ma che restano profondamente connesse a dinamiche locali, sia di carattere politico, etnico o di natura criminale, con il coinvolgimento in traffici illeciti di diverso tipo (dal contrabbando alla tratta di esseri umani alla pirateria). In virtù della contiguità con il Mediterraneo, le vicende socio-politiche e l’instabilità generata dai gruppi jihadisti in Africa, hanno un effetto immediato sulla sicurezza di tutta la regione, come dimostrato dalle diverse crisi migratorie degli ultimi anni.

Verso nuovi orizzonti della radicalizzazione jihadista e della sua prevenzione

Le comunità virtuali che avevano preso avvio sotto forma di estensioni dirette di un’organizzazione specifica come il gruppo terrorista Stato islamico, suggerisce Michael Krona, si intrecciano progressivamente con degli orientamenti ideologici più ampi, piuttosto che trasmettere esclusivamente la propaganda ufficiale dell’organizzazione terroristica. Chiara Sulmoni sottolinea come l’ecosistema dell’estremismo violento sia oggi caratterizzato da forte competizione ma anche da maggiore esposizione a strategie e narrative di gruppi diversi. I profili di radicalizzati e terroristi sembrano spesso rivelare una propensione alla violenza piuttosto che una solida convinzione ideologica. L’autrice ritiene utile prestare attenzione agli aspetti sociologici e psicologici insiti nei processi di radicalizzazione, con l’obiettivo di migliorare la prevenzione.  

A riguardo del fenomeno osservato nei Balcani occidentali, rileva Matteo Bressan che la prevenzione della radicalizzazione che conduce all’estremismo violento e al terrorismo è una priorità fondamentale per gli Stati membri dell’Unione europea. In questo senso, la Commissione, da un lato, sosterrà la regione nella prevenzione e nella lotta a tutte le forme di radicalizzazione; dall’altro lato, la Commissione mobiliterà le competenze dei professionisti nell’ambito della rete di sensibilizzazione in materia di radicalizzazione (RAN) per sostenere il lavoro di prevenzione e facilitare gli scambi tra professionisti.

I minori radicalizzati: l’approccio italiano

La propaganda jihadista e in genere le ideologie estremiste hanno come target anche i minori di 18 anni, che possono essere coinvolti in vario modo come vittime inconsapevoli delle scelte degli adulti (in genere, i genitori) o come destinatari diretti di un’ideologia che sfrutta il loro bisogno di appartenenza. Nel suo case study Alessandra Lanzetti spiega che la Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione (DCPP) della Polizia di Stato ha maturato una forte esperienza in questo campo, sperimentando un protocollo di intervento sui child returnee, improntato a criteri di tempestività e multi-disciplinarietà.

Nuovi radicalismi e altri terrorismi alimentati dall’effetto pandemico. Estrema destra, sinistra radicale, antisemitismo: dal complottismo alla violenza

Il fenomeno NoVax rappresenta la punta di lancia del complottismo militante che sta rapidamente sostituendo il radicalismo religioso come prima causa di preoccupazione per la sicurezza nazionale. Nel suo contributo, Andrea Molle ne analizza alcuni elementi di base mettendone in luce il rischio di radicalizzazione di massa. Mattia Caniglia spiega come una delle tendenze più preoccupanti del 2021 sia stato l’aumento dell’attrazione esercitata dall’estremismo violento di destra sulle generazioni più giovani. Tale sviluppo è probabilmente legato al fatto che la propaganda estremista di destra viene diffusa principalmente online e che le piattaforme di gioco sono sempre più utilizzate per diffondere narrative estremiste e terroristiche. Le evidenze emerse dalle indagini e dalle attività di ricerca degli ultimi anni suggeriscono come, in alcuni casi, gruppi estremisti di destra abbiano la tendenza a emulare gruppi estremisti di matrice islamista per quanto attiene a tecniche di reclutamento, modi operandi e strategie di propaganda. Inoltre, attacchi terroristici di alto profilo, siano questi di matrice islamista o di estrema destra, sembrano aver acquisito la potenzialità di aumentare il rischio di processi di radicalizzazione reciproca, attivando una “dinamica a ciclo continuo”.

Una somiglianza che, come evidenzia Luca Guglielminetti, porta ad adottare analoghi strumenti di recupero e sostegno all’abbandono della violenza. In tale quadro si inserisce un persistente e diffuso sentimento antisemita; Sarah Ibrahimi Zijno pone in evidenza la estrema e facile diffusione di punti di vista sostanzialmente antisemiti nelle destre alternative americana ed europea, in particolare nella parte ex comunista del continente, e il sostanziale avvicinamento di certa stampa orientata a sinistra verso il medesimo algoritmo complottista già della destra alternativa, con il silenzioso progressivo abbandono della distinzione – già di per se fragile e discutibile – tra antisionismo e antisemitismo.

Negli utimi anni, con l’avanzare in Europa e negli Stati Uniti di forme di estremismo più o meno organizzato di estrema destra e di suprematismo bianco, rileva Barbara Lucini, i Terrorism Risk Assessment Instruments (TRA-I) sono oggetto di una nuova riflessione rispetto alla loro capacità adattativa, di resilienza e di valutazione efficace dei molteplici e variegati percorsi di radicalizzazione ai quali si sta assistendo.

Per finire, uno sguardo alle «guerre future»: nella sua analisi, Marco Lombardi condivide le sue riflessioni su alcuni aspetti emergenti del warfare, dell’intelligence e del ruolo del terrorismo. Lo scenario della guerra futura sembra sottolineare il mantenimento, anzi il rafforzamento delle modalità operative del terrorismo di questi ultimi anni, che ha trovato il suo successo proprio per la capacità di penetrazione comunicativa e per l’utilizzo innovativo (cioè sorprendente) delle tecnologie. Sembra quasi che il terrorismo del primo ventennio del nuovo secolo abbia sperimentato le nuove opportunità del warfare, che poi si sono consolidate in pratiche diffuse tra tutti gli attori in conflitto. In conclusione, Andrea Carteny e Elena Tosti Di Stefano hanno recensito per noi “Understanding radicalisation, terrorism and de-radicalisation. Historical, socio-political and educational perspectives from Algeria, Azerbaijan and Italy”, a cura di M. Brunelli.

Grazie a tutti gli Autori che, con il loro encomiabile lavoro, hanno contribuito ancora una volta alla realizzazione di #ReaCT2022. Un ringraziamento speciale va all’Editore Chiara Sulmoni, Presidente di START InSight, che ha consentito la pubblicazione e la distribuzione internazionale del nostro rapporto annuale.

Scarica il volume completo: #ReaCT2022 n. 3, Anno 3.

Indice

Claudio Bertolotti (ITA), Introduzione del Direttore: I terrorismi tra pandemia, disagio sociale ed esaltazione jihadista

Claudio Bertolotti (ITA), Terrorismo jihadista in Europa: minaccia lineare in evoluzione e partecipazione individuale

Ahmed Ajil (ITA), Due decenni di processi per terrorismo. Una panoramica dei casi di cui si è occupato il Tribunale Penale Federale svizzero dall’11 settembre 2001

Claudio Bertolotti (ITA), Dall’Afghanistan, alla Siria, al Sahel: il virus di un “Nuovo Terrorismo Insurrezionale” (NIT). È rivoluzionario, sovversivo, utopistico e guarda a Occidente

Enrico Casini, Luciano Pollichieni (ITA), Califfi, traffici e malcontento: convergenze e prospettive del terrorismo jihadista in Africa Subsahariana

Michael Krona (ITA), Le comunità jihadiste online costruiscono i loro brand ed espandono l’universo terrorista creando nuove entità

Chiara Sulmoni (ITA), I nuovi orizzonti della radicalizzazione

Alessandra Lanzetti (ITA), Caso studio – I minori radicalizzati: il modello italiano, tra tutela della sicurezza e reinserimento sociale

Matteo Bressan (ITA), Il contributo europeo alla prevenzione del radicalismo violento nei Balcani Occidentali

Barbara Lucini (ITA), I TRA-I e i processi di radicalizzazione: considerazioni attuali e prospettive future

Mattia Caniglia (ITA), L’estremismo violento di destra nel 2021: una minaccia crescente per l’Europa?

Sarah Ibrahimi Zijno (ITA), Nuovi antisemitismi: principali fattori e tendenze dopo la pandemia

Luca Guglielminetti (ITA), Caso studio – Estremismo neonazista e de-radicalizzazione: il primo caso studio in Italia

Andrea Molle (ITA), Il complottismo dalla cultura pop alla militanza violenta: il pericolo NoVax

Marco Lombardi (ITA), Guerre future: la nuova centralità dell’intelligence e la ridefinizione dello spazio cibernetico

Andrea Carteny, Elena Tosti Di Stefano (ITA), Recensione – Understanding radicalisation, terrorism and de-radicalisation. Historical, socio-political and educational perspectives from Algeria, Azerbaijan and Italy. M. Brunelli (a cura di).




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