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Principali eventi nell’area del Maghreb e del Mashreq – Novembre

Algeria: Partnership strategica globale Cina-Algeria nel campo dell’ICT

Una delegazione cinese guidata da Yang Jiechi, membro dell’ufficio politico e direttore dell’ufficio della Commissione Affari Esteri del Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese (PCC), ha effettuato una visita ufficiale di due giorni in Algeria dal 10 all’11 Ottobre 2020 (Agenzia Ecofin, 2020). Algeria e Cina hanno discusso della necessità di rafforzare la cooperazione bilaterale nel campo della tecnologia della comunicazione dell’informazione (ICT). La Cina ha espresso la sua disponibilità “a promuovere la piena cooperazione con l’Algeria nei settori dell’economia, del commercio, della scienza, della tecnologia e dell’antiterrorismo in modo da elevare il partenariato strategico globale bilaterale a un livello superiore” – ha affermato Yang Jiechi”. Momento clou dell’incontro è stata la firma di “un accordo di cooperazione economica e tecnica, pari a un contributo di 100 milioni di yuan (14,8 milioni di dollari). La Cina ha dichiarato di essere disposta a collaborare con l’Algeria per rafforzare l’iniziativa cinese della Belt and Road Initiative e aiutare alla realizzazione del nuovo piano di rilancio economico dell’Algeria (Xinhua, 2020).

Egitto: Il Cairo ratifica l’accordo marittimo con la Grecia

Il presidente egiziano Abdel-Fattah el-Sissi ha ratificato il 10 ottobre un accordo marittimo che stabilisce il confine del Mar Mediterraneo con la Grecia e delimita una zona economica esclusiva (EEZ) per i diritti di perforazione di petrolio e gas. L’accordo bilaterale è visto come una risposta a all’accordo tra la Turchia e il governo libico di Tripoli, da cui sono derivate tensioni nella regione del Mediterraneo orientale, e alla controversa esplorazione marittima della Turchia di petrolio e gas. La ratifica è avvenuta due mesi dopo che i ministri degli esteri egiziano e greco avevano firmato l’accordo al Cairo (ratificato dal parlamento greco il 27 agosto). Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha definito “inutile” l’accordo Egitto-Grecia, giurando di implementare il suo patto con il governo di Tripoli (Ekathimerini, 2020).

Israele: normalizzazione dopo i colloqui di cooperazione Israele-Emirati Arabi Uniti

Il 15 ottobre la Knesset (il parlamento monocamerale di Israele, a Gerusalemme) ha approvato a stragrande maggioranza l’accordo di normalizzazione di Israele con gli Emirati Arabi Uniti (EAU). Circa 80 deputati su 120 hanno votato a favore dell’accordo, mentre solo 13 hanno espresso voto contrario. Ventisette parlamentari non hanno partecipato al voto. L’accordo ora necessita del via libera del Consiglio dei Ministri per entrare in vigore. La lista congiunta a maggioranza araba, composta da 15 deputati in rappresentanza dei palestinesi israeliani, aveva dichiarato che avrebbe votato contro l’accordo (Agenzia Anadolu, 2020).

Inoltre, le borse di Israele e degli Emirati Arabi Uniti aprono i colloqui di cooperazione: la Borsa di Israele ha aperto i colloqui preliminari con la Borsa di Abu Dhabi finalizzati a una futura cooperazione. Le due Borse stanno discutendo sulla possibilità di firmare un memorandum d’intesa per disegnare un quadro di cooperazione regionale in vari campi. La notizia è arrivata dopo che il riavvicinamento economico tra Israele e gli Emirati Arabi Uniti (EAU) ha portato alla firma dell’accordo di normalizzazione noto come “Abraham Accords Peace Agreement” (Anadolu Agency, 2020).

Libano: colloqui Libano-Israele mediati dagli Stati Uniti sulla controversia sui confini marittimi

I colloqui del 14 ottobre sono i primi tra Beirut e Gerusalemme in 30 anni. Si sono svolti nella città al confine meridionale del Libano, Naqoura, sotto gli auspici delle Nazioni Unite e con la mediazione degli Stati Uniti. La controversia risale al 2011, quando Israele ratificò un accordo sul confine marittimo con la vicina Cipro, utilizzando come punto di riferimento un confine marittimo che Libano e Cipro avevano concordato nel 2007, ma che il parlamento libanese non ha mai ratificato. La tempistica dei negoziati ha portato l’attenzione sulla situazione politica libanese poiché hanno avuto luogo poco dopo che gli Stati Uniti hanno inasprito le sanzioni contro soggetti libanesi legati ad Hezbollah (Azhari, 2020). Questo evento può essere letto, da un lato, come conferma di un interesse economico di entrambe le parti: l’estrazione di petrolio e gas richiede stabilità. D’altra parte, può essere interpretato come un primo timido passo verso la normalizzazione.

Libia: i gruppi rivali della Libia concordano sulla scelta di posizioni sovrane

I delegati di Tripoli e Tobruk hanno annunciato che il secondo ciclo di colloqui si è concluso con un accordo sui criteri di scelta delle politiche per il paese. Il dialogo, iniziato a settembre nella città marocchina di Bouznika, ha visto la partecipazione di cinque delegati del Governo di Accordo Nazionale (GNA) con sede a Tripoli e cinque della Camera dei Rappresentanti (HoR) con sede nella città orientale di Tobruk. L’accordo stabilisce che l’HoR e il GNA debbano “raggiungere un consenso sulla leadership delle seguenti posizioni: Governatore della Banca Centrale della Libia, Presidente dell’Ufficio di controllo, Capo dell’Autorità di controllo amministrativo, Capo dell’Agenzia anticorruzione, Presidente e membri dell’Alto commissariato per le elezioni, Presidente della Corte suprema e Procuratore generale”. GNA e HoR continueranno le loro consultazioni in ​​Marocco per garantire la fine della fase di transizione (Al-Jazeera, 2020).

Marocco: l’ONU istituisce un ufficio antiterrorismo in Marocco

Martedì il Marocco ha firmato un accordo con l’Ufficio antiterrorismo delle Nazioni Unite (UNOCT) al fine di istituire a Rabat il primo ufficio africano del programma UNOCT. Il ministro degli Esteri marocchino Nasser Bourita ha affermato che l’ufficio mira a migliorare le capacità dei paesi africani attraverso lo sviluppo di programmi nazionali di formazione contro il terrorismo. Gli osservatori ritengono che il Marocco trarrà vantaggio svolgendo un ruolo di collegamento e mediazione nelle relazioni con le Nazioni Unite e con i paesi arabi e africani (al-Alawi, 2020).

Siria: le forze siriane si scontrano con l’IS

Scontri nel deserto siriano tra forze filo-governative e sacche di resistenza del cd. gruppo Stato Islamico (IS) hanno portato, a ottobre, alla morte di almeno 90 combattenti. Le unità mobili dell’IS sono rimaste attive nel deserto siriano, noto in arabo come Badia, da quando i jihadisti hanno perso il controllo, nel marzo 2019, delle ultime aree di quello che fu il “califfato” (Defense Post, 2020). Gli aerei russi hanno effettuato attacchi a sostegno dell’alleato siriano. Gli scontri hanno avuto luogo in due aree separate del vasto deserto che separa la valle dell’Oronte a ovest dalla valle dell’Eufrate a est.

Tunisia: il peggioramento dell’economia tunisina rischia di destabilizzarsi

Da marzo a giugno 2020, 165.000 tunisini hanno perso il lavoro a causa di una crisi economica che è in progressivo peggioramento ed è aggravata dai nuovi casi di coronavirus. Secondo uno studio congiunto del governo e delle Nazioni Unite, la disoccupazione è salita al 18 percento mentre è previsto che potrebbe superare il 20 percento entro la fine dell’anno. La Tunisia, già impegnata a contenere l’elevata disoccupazione prima dell’inizio della pandemia, ha subito una contrazione record della sua economia. Il PIL è stato ridotto del 21,6% nel secondo trimestre del 2020, una contrazione dell’attività economica senza precedenti (The North African Journal, 2020).


Principali eventi nell’area del Maghreb e del Mashreq – Settembre

Algeria: la crescente importanza delle relazioni Algeria-Turchia
Algeria e Turchia mirano entrambe a costruire una relazione reciprocamente vantaggiosa, pur a fronte delle sfide legate all’instabilità regionale e alla crisi economica. L’instabilità dell’area mediorientale e nord-africana, in particolare in Libia, e il desiderio di ampliare i legami politici ed economici, hanno avvicinato l’Algeria e la Turchia. L'”Accordo di amicizia e cooperazione” firmato nel 2006 in Algeria dal governo allora in carica (Partito AK di Erdogan), di cui l’attuale esecutivo rappresenta la prosecuzione, segna uno dei primi tentativi di Ankara di ricalibrare le sue relazioni con l’Occidente e il sud del mondo. Da allora, ci sono state altre tre visite di stato di Erdogan, l’ultima nel gennaio 2020, a seguito della partenza del presidente algerino Abdelaziz Bouteflika che è stato deposto dal potere e costretto alle dimissioni nell’aprile 2019 (Gjevori, 2020).
Egitto: taglio dei tassi di interesse a causa della bassa inflazione
Il 24 settembre la banca centrale egiziana ha inaspettatamente tagliato di 50 punti i suoi principali tassi di interesse, giustificando la scelta sulla base di un’inflazione eccezionalmente bassa che ha consentito il rilancio dell’economia. Il Comitato per la politica monetaria (MPC) della banca nazionale ha ridotto il tasso sui prestiti al 9,75% e il tasso sui depositi all’8,75%. L’inflazione è rimasta ben al di sotto dell’obiettivo indicato dalla banca centrale, dal 6% al 12% (MPC, 2020).
Israele: un nuovo accordo di pace con gli Emirati Arabi Uniti
Il 15 settembre il presidente degli Stati Uniti Donald J. Trump e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu si sono uniti ai ministri degli esteri degli Emirati Arabi Uniti e del Bahrain alla Casa Bianca per firmare gli storici accordi di normalizzazione tra Israele e i due paesi arabi. Israele ha ufficialmente stabilito pieni legami diplomatici con il Bahrein e gli Emirati Arabi Uniti. Da un lato l’accordo è presentato come un passo verso la pace in Medio Oriente, dall’altro potrebbe essere letto come istituzione di un nuovo fronte contro Iran e Turchia.
Libano: Macron accusa Hezbollah per il tracollo politico del Libano
In meno di un anno, il Libano è stato colpito da un tracollo economico e finanziario, crescenti proteste di massa, una pandemia incontenibile a cui si sommano le conseguenze dell’enorme esplosione del 14 agosto che ha di fatto distrutto il principale porto del paese, uccidendo più di 190 persone e provocando fino a 4,6 miliardi di dollari di danni nella capitale Beirut.
Il 26 settembre, dopo più di un mese dall’esplosione e in piena empasse politica, il primo ministro designato Mustapha Adib si è dimesso, non essendo riuscito a formare un governo di emergenza per affrontare le più gravi crisi che il Libano si sta trovando ad affrontare dalla fine della guerra civile durata 15 anni.
A fronte di tale desolante quadro, il presidente francese Emmanuel Macron ha recentemente evidenziato il rischio di una nuova “guerra civile”’ e invitato i politici libanesi a trovare una soluzione mediata e di compromesso che consenta di formare un governo con cui avviare la ricostruzione del paese: Macron ha incolpato Hezbollah di aver sabotato il processo sponsorizzato dalla Francia per formare un governo. Hezbollah è il partito politico al governo in Libano, sostenuto dall’Iran e legato all’ala militare nota per aver combattuto in Siria al fianco delle unità siriane e iraniane (Cornish, Abboud, 2020).
Marocco: contrazione economica, crisi e disoccupazione
Il capo della sicurezza marocchina Abdelhak Khiame, capo del Central Bureau of Judicial Investigation (BCIJ), ha lanciato l’allarme sul pericolo rappresentato dal gruppo terroristico Stato islamico che si è consolidato “nella regione del Sahel-Sahara, sfruttando l’insicurezza legata al conflitto in Libia e in paesi come il Mali”. Nel Sahel – ha dichiarato Khiame – “si sviluppano cellule terroristiche e terrorismo, ma anche reti di criminalità organizzata, traffico di droga, armi ed esseri umani”.
Sul piano economico, il ministro dell’Economia, delle finanze e della riforma amministrativa Mohamed Benchaâboun ha dichiarato che l’economia nazionale dovrebbe crescere del 4,8% nel 2021. Considerato lo scenario previsto dal Fondo monetario internazionale (FMI) relativo alla ripresa dell’economia mondiale (+5,2 %), in particolare nella zona euro (5,3%), «la crescita economica marocchina dovrebbe attestarsi al 4,8%». Una crescita che però, ha proseguito il ministro, «non ha potuto compensare completamente la contrazione economica del 2020, prevista a -5,8%, a causa della.. [mancata] ripresa di alcuni settori come il turismo e attività connesse, nonché il deterioramento del mercato del lavoro e degli investimenti delle imprese ».
Siria: Carabinieri rimpatriano la “sposa dell’ISIS” italiana Alice Brugnoli
Il 29 settembre, il Raggruppamento Operativo Speciale (ROS) dei Carabinieri ha dichiarato di aver arrestato in Siria Alice Brignoli, una “sposa dell’Isis” italiana. Brignoli era la moglie di Mohamed Koraichi, un marocchino naturalizzato italiano attraverso il matrimonio e diventato militante dello Stato islamico(IS). La coppia aveva lasciato l’Italia nel 2015 per unirsi al gruppo terrorista in Siria, portando con sé i loro tre figli. Koraichi, che si pensa sia morto, ha preso parte alle operazioni militari dell’IS, mentre Brugnoli ha avuto un “ruolo attivo nell’insegnare ai bambini la causa del jihad”. È accusata di associazione a delinquere per terrorismo. L’unità ROS ha rintracciato Brignoli e i suoi quattro figli – ha dato alla luce il suo quarto figlio in Siria – e li ha riportati in Italia (ANSA).
Attacco hacker al ministero degli esteri britannico: fuga di informazioni sulla Siria.
Hacker sono penetrati nei sistemi informatici del ministero degli Esteri del Regno Unito e hanno preso centinaia di file che descrivono dettagliatamente i controversi programmi di propaganda siriani. In una violazione della sicurezza di proporzioni enormi, gli hacker sembrano aver deliberatamente preso di mira file che definiscono le relazioni finanziarie e operative tra il minister degli Esteri, il Commonwealth and Development Office (FCDO) e una rete di appaltatori del settore privato che hanno gestito e gestiscono in maniera occulta piattaforme multimediali in Siria (Middle East Eye, 2020)
Tunisia: Tunisi si oppone all’ipotesi di una soluzione militare per la Libia
Il 28 settembre il premier tunisino Hichem Mechichi ha confermato il rifiuto della Tunisia all’ipotesi di qualsiasi soluzione militare in Libia e di intervento nei suoi affari interni. Rivolgendosi ai capi delle missioni diplomatiche tunisine, ha ribadito che la soluzione per la Libia si basa sullo sforzo comune per una soluzione politica basata sul dialogo intra-libico sotto la supervisione delle Nazioni Unite.
Inoltre, in relazione agli accordi siglati dagli Emirati Arabi Uniti e dal Bahrein e sponsorizzati dagli Stati Uniti per stabilire relazioni diplomatiche con Israele, Mechichi ha ribadito la ferma posizione della Tunisia nel sostenere i diritti legittimi del popolo palestinese sulla base della “Arab Peace initiative” del 2002 (Thabeti, 2020).


Principali eventi nell’area del Maghreb e del Mashreq – Ottobre

Algeria

I manifestanti in Algeria mantengono alta la pressione mentre scade il termine per le candidature presidenziali. Migliaia di persone hanno protestato nella capitale algerina contro l’élite politica del Paese in prossimità della scadenza dei termini per presentare i nomi dei candidati alle prossime elezioni presidenziali. Le strade di Algeri si sono nuovamente riempite venerdì 25 ottobre, per la 36a settimana consecutiva per manifestare contro i powerbrokers al potere del paese e il loro piano di voto presidenziale fissato per il 12 dicembre .

Egitto

Il governo egiziano del Presidente Abdel Fattah Al Sisi avrebbe arrestato e terrebbe in detenzione circa 4.300 persone, in risposta a un’ondata di proteste iniziate lo scorso settembre. Nella sua prima relazione ufficiale al parlamento, il primo ministro Mostafa Madbouli ha denunciato le manifestazioni come espressioni di una “guerra brutale” etero-diretta e progettata per creare “confusione”. Il ministro ha anche avvertito dei pericoli di qualsiasi futuro dissenso. Come riportato da Alessia Melcangi e Giuseppe Dentice, «l’Egitto sembra tornare alla normalità dopo una serie di manifestazioni contro il presidente Abdel Fattah al-Sisi iniziate il 20 settembre. Ciò potrebbe essere la conseguenza dell’approccio “tolleranza zero” perseguito dal governo. In oltre tre settimane di proteste, le autorità locali hanno arrestato migliaia di persone e imposto il coprifuoco in tutte le principali città egiziane». Secondo gli autori dell’analisi, «le attuali proteste in Egitto sono un campanello d’allarme che le autorità non dovrebbero sottovalutare. Altre ondate di proteste potrebbero creare gravi conseguenze per il settore economico e per la stabilità politica. Questa è la sfida principale per il presidente, ma è anche un importante banco di prova per la resilienza di questo peculiare sistema stratocratico».

Israele

Elezioni Netanyahu rinuncia a formare il governo: il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha annunciato che rimette il mandato di formare il nuovo governo nelle mani del presidente Reuven Rivlin. E’ la seconda volta in sei mesi che il leader del Likud – che oggi ha compiuto 70 anni – non riesce a formare il governo. Netanyahu aveva ricevuto l’incarico da Rivlin lo scorso 25 settembre e dopodomani sarebbe scaduto il termine. E’ possibile che ora sia la volta di Benny Gantz leader di Blu-Bianco.

Libano

Violente manifestazioni di piazza in Libano, le più estese degli ultimi dieci anni: decine di migliaia di cittadini libanesi chiedono le dimissioni dei politici, accusati di non essere in grado di far fronte alla crisi economica e di essere corrotti. Decine di feriti e trattenuti dalle forze dell’ordine che, per reprimere le manifestazioni e disperderne i partecipanti, hanno fatto ampio uso di lacrimogeni, veicoli anti-sommossa e proiettili di gomma. Il primo ministro Saad Hariri ha incolpato i suoi partner al governo di ostacolare le riforme che potrebbero scongiurare la crisi economica . A seguito dell’instabilità politica e dell’aumento delle manifestazioni di violenza il primo ministro Hariri ha rassegnato le proprie dimissioni il 29 ottobre, così come chiesto dai manifestanti; una scelta coraggiosa finalizzata a “negare l’ultima copertura a chi” – come Hezbollah – “è pronto a scatenare la guerra civile pur di non far insediare un governo tecnico che sarebbe l’unica alternativa alla guerra civile in assenza del suo esecutivo” . “Se Hezbollah accettasse l’ipotesi di un governo tecnico perderebbe fonti di arricchimento dal comitato d’affari governativo essenziali per la sua sopravvivenza viste le sanzioni economiche che colpiscono Hezbollah e il suo finanziatore, l’Iran” .

Libia

La visita di Fayez al-Sarraj a Sochi mette in evidenza le ambizioni russe sulla Libia. A seguito della visita in Russia di Fayez al-Sarraj, il leader del governo di accordo nazionale in Libia, Mosca e Tripoli hanno in programma di firmare un contratto per la fornitura di 1 milione di tonnellate di grano russo. Sarraj ha preso parte al vertice Russia-Africa di Sochi. Il capo del gruppo di contatto russo per la risoluzione dei conflitti in Libia, Lev Dengov, ha detto che l’accordo di un anno potrebbe essere firmato in un mese. Presumibilmente sarebbe implementato entro la fine di quest’anno. Sarraj e i funzionari russi hanno anche discusso di altri campi di cooperazione, compresi i progetti di costruzione di centrali elettriche .
Il presidente della National Oil Corporation (NOC) statale della Libia, Mustafa Sanalla, ha dichiarato che il suo paese «cerca la cooperazione con le compagnie petrolifere egiziane per ripristinare le infrastrutture del settore petrolifero libico. Le dichiarazioni di Sanalla sono arrivate durante l’incontro con il ministro egiziano del petrolio Tarek al-Molla al Cairo .
Marocco. La polizia del Marocco rassicura i cittadini dopo la riuscita operazione antiterrorismo. Agenti speciali marocchini hanno arrestato un settimo sospetto collegato all’ISIS a Tamaris II, una città sulla spiaggia vicino a Casablanca, in quelle che finora sono le operazioni antiterrorismo di più vasta portata del paese. L’arresto è avvenuto la sera di venerdì 25 ottobre. Sarebbero ancora in corso ricerche per arrestare altri sospetti o complici nella vicenda. La notizia è arrivata dopo l’arresto di sei persone nella lotta antiterrorismo su larga scala, che ha previsto la condotta di incursioni simultanee in tre luoghi diversi: due nell’area di Casablanca e uno nella provincia di Ouazzane.

Siria

9-22 ottobre: “Fonte di pace”, l’operazione militare della Turchia nel nord della Siria, indebolisce la “minaccia” curda dell’asse YPG-PKK e pone fine al progetto politico del Rojava con il supporto della Russia e il laissez faire degli Stati Uniti. Il 26 ottobre, un’operazione militare statunitense nella provincia di Idlib, a pochi chilometri dalla Turchia, porta alla morte del leader dello Stato islamico Abu Bakr al Baghdadi. Alcune fonti inizialmente suggerivano la nomina del suo successore, avvenuta già ad agosto, identificato con Abdullah Qardash (un ex militare dell’esercito di Saddam Hussein, conosciuto come “il professore”); ma l’annuncio ufficiale da parte dello Stato islamico ha indicato, come erede di al-Baghdadi, Abu Ibrahim al-Hashemi al-Qurayshi: il nuovo “califfo”, eletto dal supremo consiglio del gruppo, di cui ad oggi non si hanno informazioni.

Tunisia

Elezioni presidenziali, Kais Saied: chi è il nuovo presidente della Tunisia? Senza un partito o molti finanziamenti, Saied ha vinto le elezioni con una narrativa elettorale incentrata sul sostegno ai giovani, il suo bacino elettorale di riferimento. Saied ha vinto con oltre il 72 percento dei voti, contro circa il 27 percento dei voti ottenuti dal suo antagonista, il magnate dei media Nabil Karoui.
Un leader di al-Qa’ida è stato ucciso in Tunisia. Il Ministero degli Interni della Tunisia, ha annunciato che il 20 ottobre Murad al Shayeb, un senior leader appartenente al battaglione Uqba bin Nafi di al-Qa’ida, è stato ucciso in un’ampia operazione militare. Murad al Shayeb, responsabile di una serie di attacchi portati a compimento dal 2013, tra cui un assalto a un ex ministro degli interni nel 2014 e vari agguati nelle montagne Chaambi, Ouargha, Mghila e Sammama. è stato ucciso dalle truppe tunisine nel governatorato di Kasserine, vicino ai confini con l’Algeria .