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#ReaCT2020 – Estrema destra fra rischio attuale e minaccia futura (B. Lucini)

di Barbara Lucini, ITSTIME – Università Cattolica

Scarica #ReaCT2020, il 1° rapporto sul radicalismo e il terrorismo in Europa

La mozione votata il 1° Novembre al consiglio comunale di Dresda con 39 voti a favore e 29 contrari finalizzata a dichiarare lo stato di emergenza per la situazione relativa all’estremismo nazista, è un evento che deve portare ad una seria riflessione sullo stato della comprensione dell’estremismo di destra e la sua potenziale portata.

Tale situazione si colloca in un più ampio quadro europeo e internazionale, dipinto da alcuni fra i più legittimi report come il Te-Sat di Europol e il Global Terrorism Index.

In riferimento all’ultimo anno, entrambi i rapporti sottolineano elementi importanti, per collocare il rischio e la minaccia legate all’estremismo di destra in una luce nuova.

In particolare, il Global Terrorism Index riportando i dati da Start Gtd, evidenzia un aumento negli ultimi cinque anni, su scala internazionale del 320% dei fenomeni riconducibili ad un orientamento di estrema destra – far -right.

Così come ogni rischio e pericolo nell’ambito della gestione delle crisi, necessitano una fase esplorativa di conoscenza del fenomeno e delle sue manifestazioni, così si deve intervenire per una migliore comprensione del fenomeno dell’estremismo di destra, senza minimizzazioni che potrebbero inficiare sia la fase di prevenzione sia quella di risposta alla crisi generata.

Un primo elemento essenziale è avere consapevolezza della molteplicità di orientamenti culturali e ideologici, all’interno di quello che comunemente viene definito come “terrorismo politico di destra”.

Questa accezione dovrebbe essere riletta prendendo in considerazione i prodotti culturali e le specifiche forme espressive – comunicative dei singoli gruppi o dei casi già manifestatesi.

Il substrato culturale è un fattore informativo cruciale, per poi riuscire ad analizzare, monitorare e intercettare i segni distintivi di fenomeni così vari e dispersi, maggiormente orientati da prospettive culturali e non unicamente politiche.

La de-localizzazione ovvero la trasposizione e l’internazionalizzazione di estremismi locali sullo scenario globale, appare infatti essere un’altra caratteristica di questo fenomeno sociologico, spesso inteso dall’immaginario collettivo come geograficamente e culturalmente limitato.

Lo studio di casi ha sottolineato invece, come questi fenomeni siano determinati da confini labili, zone grigie di sovrapposizione fra correnti ideologiche diverse, andando quindi a definire ibridi culturali e ideologici, che spesso sfuggono al fine della categorizzazione sistematica di questa forma di estremismo.

L’evoluzione di questa minaccia secondo una prospettiva temporale tipica del crisis management, mostra quello che potrebbe essere metaforicamente definito come un’Idra di Lerna dalle mille teste: un asse socio – culturale- politico portante capace di orientare e incarnare con le sue infinite teste, le tensioni, i conflitti e le contraddizioni, che presiedono ai contesti urbani o internazionali di questo delicato periodo storico.

Partendo dalla fase di prevenzione e dalla possibilità di predittività della minaccia, ciò che le analisi stanno sempre più mettendo in risalto sono i processi di mimetismo – prodotti dal low profile dei sostenitori – e quello di metamorfosi, che denotano una resilienza intrinseca non solo dei gruppi dichiarati, ma anche dei singoli che per un solo evento decidono di aderirvi.

Da una prospettiva tattica una criticità emergente per la comprensione della minaccia in questa fase, è la spontaneità e l’indipendenza dei partecipanti, che agiscono quindi più in accordo a bisogni emotivi – espressivi individuali e meno a strategie condivise e coordinate tipiche dei gruppi estremisti organizzati.

Le forme espressive tipiche, che è possibile ritrovare in svariati prodotti culturali come lo stile musicale, le immagini, le scritte, i simboli che sempre più spesso rimandano a elementi mitologici, non sembrano servire per affermare un’identità collettiva di gruppo, quanto per rispondere alle esigenze di singoli che possono trovarvi le risposte socio -cognitive, che vanno cercando.

In questa specifica fase, come gli stessi report citati sottolineano, è fondamentale comprendere la distinzione giuridica e istituzionale tipica di ogni nazione, fra fenomeni di estrema destra e hate crime / speech.

Spesso infatti, come il caso americano dimostra, vi sono sovrapposizioni di definizione e trattamento della stessa tipologia di fatti, rendendo quindi la chiave interpretativa più ardua e minando la comprensione da parte del pubblico, diventando quindi egli stesso più esposto a interpretazioni ad hoc di ogni singolo evento.

La fase di risposta ovvero di contrasto a tale fenomeno, si relaziona con la conoscenza pregressa da parte di chi deve contrastarlo, nella comprensione che la plasticità dell’estremismo di destra è al momento una sua caratteristica resiliente, proprio per l’abilità che mostra nel sapere intercettare zone d’ombra nelle quali sia possibile attrarre perfino, sostenitori provenienti da altri ambiti ideologici, come quelli jihadisti.

Questa dimensione segna la tipicità di alcuni processi di radicalizzazione, notando comunque affinità metodologiche tipiche della stessa radicalizzazione islamica, arrivando ad affermare che a modalità simili corrispondono agenti propulsori differenti.

Il fenomeno permane sottostimato, per la mancanza di una sua comprensione olistica e perché influenza un’opinione pubblica spesso orientata da bias storico – culturali, che non permettono la presa di coscienza e l’analisi di un fenomeno socio – storico, che sta assumendo sempre più le caratteristiche di un fatto sociale meno orientato politicamente nelle sue forme più violente, quanto invece violento nelle sue rappresentazioni estremiste individuali o di poche unità.

Al momento sembra infatti, che una sorta di visibilità nell’alveo di un quadro politico estremista possa garantire un minore livello di attività pratica violenta, rendendo quindi la minaccia più latente, ma pur sempre presente.

Ciò che per la sicurezza generale e per il futuro si auspica è la maggiore attenzione a un fenomeno altamente complesso, caratterizzato da un divario interpretativo orientato più politicamente e meno alla comprensione scientifica di prodotti socio- culturali, quali sono i fenomeni estremisti di ogni natura