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L’impatto emotivo della caduta di Kabul

Nelle ultime settimane si è molto parlato degli aspetti politici e militari, legati alla sicurezza, della presa di Kabul e di tutto il paese da parte dei talebani; meno percepito e discusso ma non meno importante, è l’aspetto emotivo legato al ritorno prepotente e pervasivo sulla scena, del movimento fondamentalista.   

Si tratta di un impatto molto difficile da gestire per gli afghani ma anche per chi ha contatti nel paese oppure in questi anni lo ha raccontato. Anche per i veterani degli eserciti.

In questi giorni di evacuazioni, cooperanti, giornalisti, professori, soldati, afghani residenti all’estero e individui con legami di qualsiasi genere nel paese, hanno ricevuto messaggi toccanti e richieste di aiuto: in tanti si sono mobilitati per dare sostegno a chi si sente in pericolo, spesso senza riuscire a trovare una soluzione.  

Molte persone, anche in grave pericolo di vita, sono state lasciate indietro. Possiamo quindi certamente sentirci sollevati e felici per chi ora dorme sonni più tranquilli, ma la soddisfazione è amara se pensiamo a coloro che non trascorrono la notte senza angosce. .

Tenendo poi conto anche del fatto che un esodo di queste proporzioni, non può essere considerato un successo, viste le conseguenze a lungo termine che avrà sul paese.

In generale, si può dire che al di là dei discorsi di distensione fatti dai talebani stessi -e che non sembrano affatto coincidere con la realtà delle cose- la paura sia grande, soprattutto fra la minoranza hazara e le donne.

In particolare, questo impatto emotivo va a colpire un’intera generazione che è nata e cresciuta durante gli ultimi 20 anni e che ha vissuto, pur con tutti i suoi limiti e fallimenti, un’apertura sul mondo e una possibilità di realizzare progetti prima impensabili. Per tanti giovani afghani -dagli attivisti agli studenti, dai giornalisti agli imprenditori, a chi ha lavorato per il governo impegnandosi nella difesa o nella ricostruzione del paese, a chi era impiegato nelle organizzazioni internazionali, a chi ha lottato strenuamente per i diritti e un futuro migliore attraverso le numerose ONG locali- la delusione, lo sconcerto, la rabbia e il senso di abbandono e di disperazione sono forti e disarmanti.

Si tende a sottolineare come due decenni di presenza occidentale abbiano favorito soprattutto le realtà urbane, e come le aree discoste e rurali siano state invece toccate in maniera molto meno importante da questo cambiamento; anzi, forse hanno sentito maggiormente l’assenza di un governo forte anche nel fornire i servizi. Tuttavia questi giovani, numerosi, che sono in molti casi rientrati in Afghanistan dall’estero con un sogno e la voglia di provare a rincorrerlo, rappresentavano la base ideale per una ricostruzione veramente afghana, portata avanti da afghani e che non si può realizzare nel corso di una sola generazione. Il processo è lungo e avrebbe dovuto essere protetto e sostenuto.

Ora i talebani dovranno governare ma questa loro ostilità nei confronti di chi in passato era già impegnato su questo fronte -e quindi ha le capacità e le competenze, gli studi, i contatti, ma che oggi ha lasciato il paese- insieme ai limiti imposti dall’applicazione della sharia, rende tutto ciò assolutamente complicato e difficile.

Un’altra preoccupazione è che in un futuro molto prossimo si chiuda anche la finestra sulla libertà d’espressione che aveva rappresentato una delle storie di successo di questi ultimi 20 anni, quando sono stati aperti centinaia fra canali TV, radio e giornali. Il timore concreto è che riceveremo sempre meno notizie dall’interno dell’Afghanistan, e gli afghani potranno contare su sempre media che non abbiano un carattere prettamente religioso. La mutazione è già in atto.

Non lasciamo solo l’Afghanistan.  


Attacco a Kabul: quali conseguenze? Il commento di C. Bertolotti a RaiNews24

Attacco suicida all’aeroporto di Kabul: colpiti i civili in attesa di imbarco e soldati USA. Rivendica lo Stato Islamico Khorasan: terrorismo per indebolire i talebani.

Il commento di C. Bertolotti a RaiNews24 – 26 agosto 2021


Ultimatum dei talebani: fuori tutti. Il commento di C. Bertolotti a Omnibus La7

Ritiro da Kabul entro il 31 agosto? Cosa potrebbe succedere se gli Usa e gli alleati decidessero di posticipare l’uscita? #G7 Cosa dobbiamo attenderci da parte dei talebani? Ne parla Claudio Bertolotti a Omnibus La7 – 24 agosto 2021.

Flavia Fratello con Claudio Brachino, Erasmo Palazzotto, Claudio Bertolotti, Luca Toccalini, Roberto Benaglia, Anna Rubartelli, Gaetano Manfredi


Afghanistan: a una settimana dalla presa di Kabul – RaiNews 24

Il commento di Claudio bertolotti a RAI News24 – 22 agosto 2021

Si parla di un rischio attentati a kabul da parte dell’ISIS: perché? quanto è concreto?

I talebani stanno cercando di formare il nuovo governo, anche dialogando con l’ex presidente Karzai. Cosa dobbiamo aspettarci? “Pronti a un governo con loro, ma niente estremismo”, dice anche il leader del panshir Massud, l’unico ad aver resistito finora ai taleban

Che impressione ha avuto da questa prima settimana… molte donne e attivisti denunciano che il loro cambiamento rispetto a 20 anni fa è solo apparenza… è così?

Come fanno e come faranno i talebani a finanziarsi e a gestire un paese così povero, peraltro al momento senza aiuti umanitari?

Infine, Lei ha scritto un libro intitolato “Afghanistan contemporaneo, dentro la guerra più lunga” (ed. START InSight). La guerra ormai è davvero finita per l’occidente? che conseguenze può avere questo ritiro?


Cosa rischiamo a riconoscere i talebani? C. Bertolotti a SKY TG24

Il commento di C. Bertolotti (START InSighr e ISPI) e di Yassine Lafram (UCOII) a Sky TG24. Trasmissione del 20 agosto 2021.


I talebani dichiarano la formazione dell’Emirato islamico dell’Afghanistan: la nuova bandiera

I talebani chiedono la riapertura dei commerci e l’avvio di relazioni diplomatiche con tutti i paesi.

A meno di una settimana dalla presa del potere con la conquista della capitala Kabul, i talebani hanno annunciato ufficialmente la formazione dell’Emirato islamico dell’Afghanistan.

(Ri)nasce l’Emirato islamico dell’Afghanistan, quello per cui i talebani hanno combattuto vent’anni. Lo ha annunciato il portavoce dei talebani Zabiullah Mujahid su Twitter in occasione del 102° anniversario dell’indipendenza del paese dal dominio britannico. Zabiullah, sempre attraverso Twitter, ha condiviso l’immagine della nuova bandiera afghana (sopra): diversa dalla bandiera dell’Emirato dell’Afghanistan utilizzata dai talebani fino ad oggi.
Zabiullah ha dichiarato che l’Emirato islamico intende instaurare buone relazioni diplomatiche e commerciali con tutti i paesi.

Il ritorno di Baradar

Sempre Zabiullah aveva in precedenza annunciato l’arrivo del vice leader e co-fondatore dei talebani, il mullah Abdul Ghani Baradar, a Kandahar – ex capitale dell’Emirato durante il dominio del movuimento fondamentalista. Insieme a lui il gruppo “diplomatico” che nel corso degli ultimi anni ha diretto e partecipato ai dialoghi negoziali di Doha.


Proclamato l’Emirato Islamico dei talebani. SKY TG24: il commento di C. Bertolotti

I talebani al potere annunciano la nascita dell’Emirato islamico e chiedono il riconoscimento internazionale

Claudio Bertolotti (Direttore START InSight e ricercatore ISPI) ne parla con il Sottosegretario agli Esteri Benedetto della Vedova, ospiti di Liliana Faccioli Pintozzi a SKY TG24 – Puntata del 17 agosto 2021


I talebani al governo: cosa aspettarsi? Il commento di C. Bertolotti a CNBC

L’intervento del Direttore Claudio Bertolotti su CNBC

I Talebani conquistano Kabul

Nel programma ‘A carte scoperte’ del TGCOM24, il punto della situazione con Claudio Bertolotti, 15 agosto 2021


I Talebani a Kabul – SkyTG24

15 agosto 2021 – L’intervista a Claudio Bertolotti poche ore prima dell’ingresso dei Talebani nella capitale afghana