Audizione su fenomeni di estremismo violento di matrice jihadista. Commissione parlamentare – Affari Costituzionali

COMMISSIONE PARLAMENTARE  1 – AFFARI COSTITUZIONALI: AUDIZIONE  DI CLAUDIO BERTOLOTTI, DIRETTORE DI START INSIGHT

Alle ore 14 del 28 aprile 2021 la Commissione Affari costituzionali, nell’ambito dell’esame congiunto della proposta di legge recante “Misure per la prevenzione della radicalizzazione e dell’estremismo violento di matrice jihadista”, e della proposta di legge recante “Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sui fenomeni di estremismo violento o terroristico e di radicalizzazione di matrice jihadista”, ha svolto, in videoconferenza, l’audizione di Claudio Bertolotti, Direttore di START InSight e delll’Osservatorio sul Radicalismo e il Contrasto al Terrorismo (ReaCT).

TRASCRIZIONE DELL’INTERVENTO

Presidente, Signore/i Onorevoli buon pomeriggio e grazie per questo invito

Seguo da tempo il dibattito su una legge per la prevenzione e il contrasto del terrorismo ideologico, e posso dire di aver ben analizzato e sostenuto la necessità dei testi di legge oggi in discussione:

Sulla base della mia esperienza, confermo, come già fatto in altre sedi, l’opportunità di proseguire nella direzione intrapresa dal Parlamento in tema di prevenzione e contrasto ritenendo quelle fatte, proposte coerenti con quello che è l’attuale quadro relativo al fenomeno della radicalizzazione, della manifestazione violenta di matrice jihadista e del terrorismo di matrice ideologica in senso più ampio.

E lo faccio focalizzando il mio contributo di pensiero sui numeri del terrorismo europeo:

Dei quasi 500 attacchi terroristici, compresi quelli falliti e sventati, registrati nell’Unione Europea il 63% sono attribuiti a gruppi separatisti ed etno-nazionalisti, il 16% a movimenti della sinistra radicale (in aumento, in particolare in Italia, paese più colpito), il 2,8% a gruppi di estrema destra (in diminuzione nel 2019; in aumento nel 2020), il 18% sono azioni di matrice jihadista. Sebbene gli atti riconducibili al jihadismo siano una parte marginale, sono però causa di tutte le morti per terrorismo nel 2019 e di 16 uccisioni nel 2020.

L’onda lunga del terrorismo in Europa, emerso con il fenomeno “Stato islamico” a partire dal 2014, ha fatto registrare 147 azioni in nome del jihad dal 2014 ad oggi: 189 i terroristi che vi hanno preso parte (59 morti in azione), 407 le vittime decedute e 2.421 i feriti (database START InSight).

Nel 2020 gli eventi sono stati 25, contro i 19 dell’anno precedente e con un raddoppio di azioni di tipo “emulativo”, ossia ispirate da altri precedenti attacchi nei giorni precedenti: sono il 48% del totale le azioni emulative nel 2020 (erano il 21% l’anno precedente). E ciò evidenzia il rischio di “reazioni a catena” che possono conseguire dalla condotta di singole azioni terroristiche.

Due gli aspetti rilevanti emersi dall’analisi dell’ultimo quadriennio:

1. Cresce il numero di terroristi recidivi – soggetti già condannati per terrorismo che compiono azioni violente a fine pena detentiva e, in alcuni casi, in carcere: dal 3% del totale dei terroristi nel 2018, al 7% (2) nel 2019, al 27% (6) nel 2020. Ciò conferma la pericolosità sociale di soggetti che, a fronte di una condanna detentiva, non abbandonano l’intento violento ma lo posticipano; un’evidenza che suggerisce l’aumento della probabilità di azioni terroristiche nei prossimi anni, in concomitanza con la fine della pena dei molti terroristi attualmente detenuti.

2. A fronte di una partecipazione al terrorismo di soggetti nati e cresciuti in Europa (prime e seconde generazioni e comunque immigrati regolari) del periodo 2014-2018, è stato verificato l’aumento del numero di immigrati irregolari tra i terroristi con ciò suggerendo un rischio potenziale di collegamento tra il terrorismo e l’aumento dei migranti irregolari. Nel 2020 il 20% dei terroristi sono immigrati irregolari. In Francia è aumentato il ruolo degli irregolari nella condotta di azioni terroristiche: se fino al 2017 nessuno degli attacchi era stato condotto da immigrati irregolari, nel 2020 il 40% dei terroristi è un irregolare.

Infine, una considerazione sulla minaccia emergente del terrorismo associato a gruppi di estrema destra e cospirazionisti:

La violenza ideologica associata alla destra radicale è un fenomeno che sta fermentando da tempo e che negli ultimi anni si è manifestato in maniera concreta, come dimostrano i fatti di Capitol Hill negli Stati Uniti e gli eventi secondari associati al movimento QANon che si sono imposti in molti paesi europei, compresa l’Italia. Ad oggi gli attacchi terroristici associati all’estrema destra rappresentano meno del 3% del totale ma con un aumento progressivo registrato negli ultimi due anni.

QAnon desta serie preoccupazioni tra gli analisti per la velocità con la quale si diffonde. Inoltre, come evidenziato dal Prof. Andrea Molle nelle sue analisi sul fenomeno, esso ha già mostrato negli Stati Uniti il potenziale per azioni di stampo terroristico. Si consiglia pertanto un monitoraggio dei social media associati a tale movimento in Italia e di stabilire una rete di collaborazioni con istituzioni pubbliche e private che già si occupano di questo fenomeno in Europa come negli Stati Uniti.

Insieme agli analisti dell’Osservatorio che dirigo, rimango a vostra disposizione.

fonte sito web della Camera dei Deputati – Parlamento Italiano


RAI News 24: “Afghanistan: il ritiro della NATO anticipa il caos”. Intervento di C. Bertolotti

Usa e Nato si ritirano dall’Afghanistan. Bertolotti (Start InSight): “Fallimento di una guerra lunga 20 anni”

Le truppe Usa e quelle della Nato si ritirano dall’Afghanistan. La decisione è stata assunta ieri dal presidente Biden e dai vertici dell’Alleanza Atlantica. Dal 1° maggio all’11 settembre torneranno a casa 2.500 soldati americani, con loro anche altri mille operatori della difesa, 7.000 forze straniere, la maggior parte delle quali truppe della Nato. Tra loro anche 800 italiani. Si apre ora un nuovo capitolo della travagliata storia del Paese asiatico. Claudio Bertolotti, direttore di Start InSight e tra i massimi esperti di Afghanistan, commenta la decisione del presidente Biden e descrive ciò che ne deriverà.


Webinar su terrorismo e misure premiali – Progetto europeo FIGHTER

Terrorismo e misure premiali

Conferenza in programma venerdì 9 aprile 2021 a partire dalle ore 15:00 in modalità webinar

per seguire la discussione cliccare sul simbolo di Microsoft Teams nella locandina che segue 

Programma e link alla conferenza del progetto FIGHTER(PDF)

Durante l’evento, organizzato dall’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia (UNIMORE), verranno presentati i risultati della ricerca svolta dal gruppo italiano (composto anche dall’Università degli Studi di Ferrara) nell’ambito del progetto di ricerca europeo “Fight Against International Terrorism. Discovering European Models of Rewarding Measures to Prevent Terrorism (FIGHTER).

  • Per combattere il terrorismo internazionale l’Unione Europea ha sino ad oggi sfruttato soprattutto misure repressive di diritto penale, da tempo oggetto di un processo di armonizzazione “verticale”.
  • Per far fronte alle minacce terroristiche interne alcuni Paesi hanno adottato una serie di misure complementari che consentono di ridurre la pena (o, in alcuni casi, persino di non punire i reati terroristici commessi), sotto forma di “premi” che possano indurre gli autori di tali reati a cooperare con le autorità giudiziarie e di polizia per scopi investigativi e/o preventivi. È in questo quadro che le Università coinvolte nel progetto di ricerca FIGHTER hanno studiato la possibilità di utilizzare su scala europea le misure premiali come strumento di contrasto al terrorismo internazionale.
  • La conferenza del 9 aprile farà il punto sulla realtà italiana e sulle prospettive europee. 

All’evento seguirà (a maggio) il convegno internazionale conclusivo del progetto, in occasione del quale parteciperanno tutte le unità di ricerca (in aggiunta a UNIMORE e UNIFE, l’Université Saint-Louis-Bruxelles, la Sveuciliste U Zagrebu – Pravni Fakultet, l’Université de Lille 2, la Ludwig-Maximilians-Universität München, la University of Luxembourg e l’Universidad Autónoma De Madrid) in vista della pubblicazione del Volume finale (che sarà disponibile in due versioni, inglese e francese).

L’evento, che riprende il dibattito accademico e istituzionale aperto con un primo Focus Group svolto presso l’Università di Modena e Reggio Emilia il 24 settembre 2019, verrà aperto dai saluti di Elio Tavilla (Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza UNIMORE) e sarà coordinato da Luigi Foffani (Professore Ordinario di Diritto penale, UNIMORE).

Seguiranno le relazioni introduttive di Massimo Donini (Professore Ordinario di Diritto penale, Università di Roma La Sapienza e coordinatore del progetto di ricerca FIGHTER) e di Donato Castronuovo (Professore Ordinario di Diritto penale e coordinatore dell’unità di ricerca UNIFE nell’ambito del medesimo progetto).

Successivamente, i risultati della ricerca saranno presentati da Fabio Nicolicchia (assegnista di ricerca, Diritto processuale penale, UNIFE), Francesco Rossi (assegnista di ricerca, Diritto penale, UNIMORE) e Ludovico Bin (ricercatore di Diritto penale, Università del Salento).

In chiusura, ne discuteranno da varie angolature in qualità di esperti di terrorismo e contrasto alla radicalizzazione Alessandra Lanzetti (Vice-Questore Aggiunto della Polizia di Stato), Sabrina Martucci (ricercatrice in Diritto ecclesiastico e canonico, Università di Bari) e Mohammed Khalid Rhazzali (ricercatore in Scienze sociologiche della politica e della religione, Università di Padova).

 

Photo by Matthew Ansley on Unsplash